Scrittore in crisi: roba da thriller
Esce in Italia il romanzo impossibile di Rafael Reig di Anna Petrazzuolo
adrid. Ingaggiato per fare luce su misteriose sparizioni, il detective Clot viene trascinato in un’intricata indagine che tra appostamenti e colpi di scena porterà, alla fine, tutti i nodi al pettine. Riassunta così, la trama di Grondante sangue dello spagnolo Rafael Reig (Marotta & Cafiero editori) sembra aderire perfettamente al cliché del romanzo giallo, in cui la soluzione del caso coincide con il ripristino dell’ordine e il trionfo della giustizia. In realtà il libro, tradotto in italiano da Marco Ottaiano, sfugge a ogni tentativo di classificazione configurandosi come una mistura fuori dai canoni e dalle convenzioni. Indolente, solitario e irrimediabilmente sciatto, Carlos Clot è il protagonista di una vicenda in cui gli elementi tradizionali del thriller si intersecano con surrealismo e fantascienza generando esiti ora macabri ora grotteschi.
Come in uno shaker, Reig si diverte a miscelare la realtà con la finzione, il possibile con l’impossibile. Ecco allora che
Docente di letteratura e columnist culturale, Reig si era fatto già notare per l’umorismo e la vena ironica. Nelle sue opere – tutte siglate Lengua de Trapo, casa editrice giovane ma con una forte personalità – si avverte la ricerca di una leggerezza che non perde mai di vista la nozione alta della letteratura. In questo senso Grondante sangue è romanzo pienamente riuscito. Perché proprio in quella che suona come apologia del genere pulp, Reig mette a nudo il lato oscuro del lavoro letterario e lo fa raccontando la crisi di uno scrittore diviso tra plauso del pubblico e consenso della critica. La devastante frustrazione che lo conduce alla morte ci ricorda che la letteratura non è solo carta patinata e copertine rilegate ma anche cuore, carne, sangue che scorre. Anzi, che gronda. No digo más.
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