Chiedi alla polvere
A un mese dal terremoto che ha sventrato la parte di Appennino stretta tra Lazio, Marche e Abruzzo, la voglia di ricominciare passa anche per la Rete di Anna Petrazzuolo
Qualcuno li ha definiti “la meglio gioventù di Arquata del Tronto”. A sentirli parlare, demoliscono con un colpo secco la diffusa convinzione che i giovani siano ormai a tal punto infatuati della globalizzazione da aver dimenticato le proprie radici. Il senso di appartenenza e l’amore per la terra in cui sono nati e cresciuti, li hanno spinti a creare il blog Chiedi alla polvere, un diario quotidiano online che servirà a mantenere accesi i riflettori e sensibilizzare chiunque sia disposto a dare una mano per la rinascita. Hanno preso in prestito il titolo del capolavoro di John Fante ed Erri De Luca è stato il primo a rispondere al loro appello.
Come hanno reagito gli anziani di Arquata alla vostra iniziativa?
Concretamente, cosa fate nella vostra “redazione con le ruote”?
I progetti nell’immediato?
Cosa rappresenta la polvere?
Da John Fante a Erri De Luca, che senso ha per voi il cordone della scrittura?
A Erri De Luca vi lega anche un amore assoluto, quello per la montagna.
Ben lontano dal cliché dello scrittore seduto in pianta stabile alla scrivania, Erri De Luca è stato il primo a farsi avanti accordando sostegno e collaborazione a questi ragazzi nei quali ha probabilmente riconosciuto la sua stessa determinazione per le battaglie apparentemente impossibili, e l’occasione di raccontare una storia davvero nuova: «La storia nuova è quella di una comunità che non accetta di essere spiantata, trasferita in qualche asilo in esilio. Un gruppo di giovani si accorpa per resistere meglio e sceglie di costruire un racconto a più voci del loro luogo, sul loro luogo, per il loro luogo. È un esperimento che seguo e incoraggio come posso. Ho avuto anche io i miei terremoti, le scosse che mi hanno buttato fuori di casa. Ammiro in loro la volontà di unirsi, di fare corpo e coro per farsi ascoltare. Chiedi alla polvere è il titolo di un romanzo di John Fante, un emigrato italiano in America. Riprenderlo oggi vuol dire scegliere di restare come polvere scossa che si posa. Il messaggio è chiaro per noi che abitiamo terre sismiche, ma per me è anche un richiamo alla nostra natura, descritta dalle scritture sacre, siamo noi la polvere, la nostra storia che ha la sua ultima resistenza nella polvere che non si lascia ridurre a niente, ma conserva un’ultima consistenza e una durata».
Chiedi alla polvere è qui.
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